Napoli, conflitto a fuoco: uno dei poliziotti feriti é stato operato

Uno dei due agenti feriti in un conflitto a fuoco con tre delinquenti che non si sono fermati all’alt dei poliziotti é stato operato nella notte nell’ospedale Loreto mare dove é ricoverato. Aveva un proiettile ritenuto. Non c’é ancora un bollettino medico ma le sue condizioni sembrano serie anche se dalla Questura – dove oggi é previsto l’arrivo del capo della Polizia Alessandro Pansa, in città per conoscere il nuovo Questore, marino- si esprime un cauto ottimismo. Il suo collega é stato medicato per una ferita di striscio.

Camorra, clan dei Casalesi: in manette Antonio Schiavone, fratello del boss Francesco detto Sandokan

Arrestato Antonio Schiavone, fratello di F rancesco. I poliziotti della Squadra Mobile di Caserta, del Servizio Centrale Operativo e del Servizio Polizia Scientifica della Polizia di Stato, hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere per omicidio, aggravato dal metodo mafioso e dal fine di agevolare l’organizzazione di stampo mafioso denominata “dei Casalesi” – emessa dall’Ufficio G.I.P. presso il Tribunale di Napoli – nei confronti di Bidognetti Francesco, Bidognetti Aniello e di Schiavone Antonio, fratello di Francesco Schiavone detto Sandokan.
La misura cautelare é il risultato – come spiega una nota della Direzione distrettuale antimafia di napoli – di un’accurata indagine, coordinata dalla DDA di Napoli e condotta dalla Squadra Mobile di Caserta, riguardante l’omicidio di SCALZONE Aldo, avvenuto il 20.10.1991 a Casal di Principe.
Per tale omicidio la Corte di Assise di S. Maria C.V. aveva già emesso, il 29.10.2004, una sentenza di condanna all’ergastolo nei confronti di SCHIAVONE Francesco, detto Sandokan, del fratello di questi Walter e di DIANA Giuseppe, detto “cuoll e paper”, e a tredici anni di reclusione nei confronti DI BONA Franco.
Recenti approfondimenti investigativi – suffragati anche dalle dichiarazioni di un collaboratore di giustizia, già affiliato al clan dei casalesi-gruppo SCHIAVONE e materiale esecutore dell’omicidio, effettuato su mandato dei capi dell’organizzazione – avevano, infatti, apportato un ulteriore contributo per accertare il coinvolgimento anche dei destinatari della misura cautelare eseguita ieri, e in particolare sul ruolo svolto da SCHIAVONE Antonio, uno dei fratelli di SCHIAVONE Francesco detto Sandokan.
Veniva confermato che il movente dell’omicidio di SCALZONE Aldo si inquadrava nel contesto della violenta faida che all’epoca, nei primi anni ’90, contrapponeva il gruppo SCHIAVONE-BIDOGNETTI a quello DE FALCO-QUADRANO-CATERINO, essendo lo SCALZONE un imprenditore strettamente legato a DE FALCO Vincenzo, ucciso poco tempo prima.
Veniva altresì confermato, secondo la ricostruzione accusatoria, il coinvolgimento, in qualità di mandante, di BIDOGNETTI Francesco, detto “Cicciotto e mezzanott”, e quello svolto dal suo primogenito Aniello.
Veniva, infine delineato, il ruolo svolto da SCHIAVONE Antonio, fratello minore di Sandokan, che, nella fase organizzativa del delitto, fu tra i latori del mandato omicidiario impartito dai due capi clan all’epoca detenuti.

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Napoli sequestrati beni a due pregiudicati: caffetterie e bar a Napoli e a Firenze, appartamenti ed attività per 15 milioni di euro

Una serie di bar nel centro di Napoli e a Firenze, appartamenti, attività commerciali per untotale di 15 milioni di euro. Sono stati messi sotto sequestro dai  poliziotti del commissariato Vasto Arenaccia id Napoli, che hannoe seguito quanto disposto, ai sensi della normativa antimafia, dal Tribunale di Napoli – Sezione Misure di Prevenzione nei confronti di Carmine  D’Ario, 45 anni, e della suocera Concetta Vitucci, 64 anni. Carmine D’Ario ha numerosi precedenti penali ed è stato più volte indagato per aver partecipato ad un’organizzazione dedita al traffico internazionale di droga il cui capo sarebbe stato Vincenzo Timpano,  legato alla malavita organizzata calabrese. Nel 2007 rimase gravemente ferito in un agguato.  La suocera, Concetta Vitucci, ha numerosi precedenti per violazione della legge sulle armi, contravvando e usura. Fra i beni intestati il complesso alberghiero  “Tourist Hotel”, in via Silvio Spaventa, a Napoli, il Caffè la Nuit sullungomare Nazario Sauro e la gelateria Caffè Bonetti in piazza Pitti a Firenze nonchè numerosi appartamenti ed attività commerciale per un totale di 15 milioni di euro.

 

Droga, arrestate 35 persone a Mondragone, un gruppo collegato al clan Fragnoli-Gagliardi

Guadagnavano fino a 7 mila euro al giorno. Son finiti in manette in 35 con l’operazione ancora in corso del Servizio Centrale Operativo della Polizia di Stato, della Squadra Mobile di Caserta e del Commissariato di P.S. di Castel Volturno (CE), coordinata dalla D.D.A. di Napoli.
L’ordinanza di custodia cautelare per 35 persone è nei confronti di un’organizzazione, contigua al clan camorrista FRAGNOLI-GAGLIARDI di Mondragone (CE), dedita al traffico di ingenti quantitativi di cocaina, crack ed hashish. L’organizzazione, che si approvvigionava dello stupefacente a Napoli-Secondigliano, aveva trasformato la villa comunale di Mondragone in un vero e proprio super mercato dello stupefacente, con l’organizzazione di veri e proprio turni di servizio durante i quali i pusher, tra i quali anche giovani minori di età, coadiuvati da numerose vedette, assicuravano lo spaccio della droga senza interruzione nell’arco della giornata ai numerosi acquirenti provenienti da tutta la provincia e dal basso Lazio. L’attività di spaccio assicurava quotidianamente all’organizzazione introiti fino a 7 mila euro. Nel corso delle indagini sono stati sequestrati ingenti quantitativi di stupefacenti ed armi da fuoco nella disponibilità degli affiliati. Contestualmente, la Polizia di Stato sta eseguendo un decreto di sequestro preventivo emesso dalla D.D.A. di Napoli in relazione a beni mobili ed immobili, quote societarie e rapporti bancari, nella disponibilità dei destinatari delle misure cautelari, ritenuti frutto del reimpiego dei proventi delle attività illecite dell’organizzazione.

Scampia, preso uno dei presunti killer di Pasquale Romano, ucciso per errore. Un sms non inviato gli è costato la vita

La morte di Pasquale Romano legata ad un sms mai partito. Oggi è stato arrestato uno dei presunti killer che avrebbe partecipato all’agguato a Romano, vittima innocente della camorra. È stato preso da Carabinieri e Polizia: si tratta di Giovanni Marino, 22 anni, che nell’agguato avrebbe avuto il ruolo di autista. Pasquale Romano fu ucciso nella notte tra il 15 e il 16 ottobre a Marianella, quartiere a nord di Napoli. I killer avrebbero dovuto colpire un esponente del clan della Vanella Grassi, i cosiddetti Girati.
I sicari però entrarono in azione senza aspettare un sms che avrebbe dovuto avvisarli quando la vittima designata stava uscendo dal palazzo dove si trovava anche Pasquale Romano, che era a casa della fidanzata. particolare questo che si è appreso grazie alle dichiarazioni di una donna che ha deciso di collaborare con la giustizia per paura. La donna avrebbe dovuto indicare ai sicari l’uscita dal palazzo di un nipote, Domenico Gargiulo, vero obiettivo del commando di morte ma non fece a tempo: i killer, giovanissimi, videro uscire Romano e sparano prima del segnale convenuto.

Camorra, Casalesi: ordinanza in carcere per i tre fratelli di Michele Zagaria, Carmine , Pasquale ed Antonio. In 9 in manette

Avevano terrorizzato un imprenditore e avevano fatto indebitare fino al collo un altro. grazie a questi vecchi episodi sono finiti in carcere quelli che secondo investigatori ed inquirenti avevano preso il posto dei boss dei Casalesi già in cella. Fra loro i tre fratelli del boss Michele Zagaria e cioè Carmine, Pasquale ed Antonio, l’unico che non era in carcere. Poi il nipote preferito: Filippo Cataldo, ed un cugino. Nove in tutto le ordinanze di custodia cautelare eseguite dai poliziotti della squadra mobile di Caserta nel triangolo della camorra dell’agro aversano, fra Casal di principe, San Cipriano e Casapesenna. Fra i destinatari dell’ordinanza anche due imprenditori incensurati.

Nola, preso ladro di biciclette seriale: era stato già arrestato per lo stesso reato

UN giovane è stato arrestato per furto di biciclette: si chiama Enrico Pagano, ha 28 anni ed è già noto alle forze dell’ordine. Pagano era stato notato da un poliziotto libero dal servizio aggirarsi per la Stazione della Circumvesuviana di Nola da un poliziotto libero dal servizio. Aveva appena posizionato una bici color oro nello spazio antistante l’ingresso della stazione quando si è diretto verso la vicina Piazza D’Armi.
L’agente lo aveva già arrestato, sempre libero dal servizio, lo scorso 4 ottobre per furto di bicicletta ed ha quindi deciso di seguirlo senza farsi notare.
Dopo alcuni giri di perlustrazione, il pregiudicato ha prelevato da un marsupio blu una tenaglia e si è introdotto nell’androne di un edificio. Poco dopo ne è uscito in sella ad una mountain bike di colore rosa e si è diretto verso la stazione. L’agente ha quindi avvisato i suoi colleghi del Commissariato di Nola e lo ha seguito. Pagano ha quindi portato entrambe le bici vicino alla banchina del binario n°1 ed è rimasto lì in attesa del treno.
A questo punto sono arrivati i poliziotti dal Commissariato che lo hanno bloccato e tratto in arresto sequestrandogli anche la tenaglia utilizzata per la rottura dei sistemi antifurto delle biciclette.
La proprietaria della bici rubata in Piazza D’Armi ha subito dichiarato di essersi appena accorta del furto delle sue due biciclette una color oro e l’altra rosa. La donna ha sporto quindi denuncia.

Scampia, un altro agguato. Ucciso Gennaro Ricci, ferite due persone. La faida di camorra continua

Per gli investigatori potrebbe essere una risposta all’agguato di Terracina,che è costato la vita a Gaetano Marino, moncherino. Di sicuro si è trattato di una dimostrazione di violenza: sotto i colpi dei sicari a Scampia, davanti alla Vela Celeste, è caduto Gennaro Ricci, 36 anni pregiudicato. I due feriti si chiamano Salvatore Piedimonte 21 anni e Vincenzo Lo Forte, di 25. Forse hanno provato a scappare, ma è stato inutile. Per Ricci non c’è stato niente da fare, gli altri due sono ricoverati in gravi condizioni presso l’Ospedale San Giovanni Bosco. Anche il grave fatto di sangue avvenuto questa sera a Scampia sarebbe un episodio della faida che da anni va avanti fra morti e feriti per il controllo delle piazze di spaccio della droga. Un episodio che potrebbe aver visto gli antichi alleati e poi acerrimi nemici,me cioè i gruppi ancora legati agli Scissionisti e quelli vicini ai Di Lauro insieme per dare una dimostrazione al gruppo di Vanella Grassi, giovani, emergenti e soprattutto molto violenti. Proprio da Vanella Grassi, un gruppo di isolati all’interno del quartiere, sarebbe partito l’ordine di uccidere Gaetano Marino, il fratello di Gennaro, McKey, che è in carcere. Un gruppo quello di Vanella che si starebbe allargando troppo e per questo l’avvertimento nei loro confronti avrebbe potuto trovare per una volta tutti insieme. Fantacronaca nera? Chissà. Di sicuro inquirenti ed investigatori sono preoccupati che la faida ricominci, più violenta di prima. Il ricco affare della droga fa gola a troppi.