Il superpoliziotto Vittorio Pisani assolto dall’accusa di aver favorito i clan: il fatto non sussiste

Vittorio Pisani, il superpoliziotto accusato di aver favorito i clan, di aver avuto un rapporto poco professionale con un pentito della camorra, é stato assolto perché il fatto non sussiste. Dopo due anni e mezzo di graticola. Dopo che non ha neppure potuto gioire per aver catturato il boss Michele Zagaria perché poche ore dopo l’arresto dovette tornare nell’esilio al quale lo avevano costretto i magistrati vietandogli di dimorare a Napoli. Adesso però chi restituirà a Pisani quello che i magistrati gli hanno tolto? Giovane, brillante, era in piena ascesa e già si parlava di lui come del futuro capo della polizia quando é finito nell’indagine dei sostituti Amato e Parascandolo. É stato infangato, coperto dall’ombra più scura per uno che fa il poliziotto: il sospetto di aver rapporti con la camorra. É stato radiografato: persino l’acquisto della sua casa passato al setaccio. Tutte cose che hanno fatto si che la camorra brindasse: i boss si erano tolti dalle scatole uno che ne aveva arrestati tanti, un investigatore di razza, un castiga camorristi .
Chi darà a Vittorio Pisani quello che gli é stato tolto? Uno soltanto – che ora non c’é più – lo difese fino in fondo: il capo della polizia Antonio Manganelli che non volle accettare il suggerimento dei vertici della Procura napoletana di mettere Vittorio Pisani in disparte.
Chi scrive conosce bene Pisani ed ha sempre creduto nella sua innocenza e pensato che togliere di mezzo uno come lui voleva dire soltanto fare un gran piacere ai camorristi. In questi anni Vittorio Pisani ha pagato per colpe mai avute ma l’interrogativo é lecito: chi pagherà per tutto questo?

Santa Maria Capua Vetere: arrestati dai carabinieri 41 presunti esponenti del clan Amato

I Carabinieri della Compagnia di Santa Maria Capua Vetere hanno eseguito nelle province di Caserta, Crotone, Avellino, Lecce, Benevento e Salerno, una vasta operazione nei confronti degli affiliati ancora liberi del clan “Amato” egemone nella città del Foro. L’attività d’indagine, condotta dai militari della Compagnia Carabinieri di Santa Maria Capua Vetere coordinati dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli, ha portato all’esecuzione di 41 ordinanze di custodia cautelare in carcere nei confronti di altrettante persone gravemente indiziate di partecipare ad un’organizzazione per delinquere di stampo mafioso che, per alimentare gli interessi del citato clan, hanno commesso negli ultimi anni vari e gravissimi reati quali due tentati omicidi, estorsioni, danneggiamenti, incendi dolosi, violenza e minaccia al fine di far commettere un reato, usura, falsità ideologica e materiale, favoreggiamento personale, illecita concorrenza con violenza e minaccia, truffa ai monopoli dello Stato, riciclaggio, ricettazione e detenzione e porto illecito di armi ed esplosivi.

Camorra, arrestata a Mugnano Ermelinda Pagano, moglie di Raffaele Amato capo degli Scissionisti di Secondigliano

E’ stata arrestata dai poliziotti della Squadra mobile di Napoli Ermelinda Pagano, la moglie di Raffaele Amato, considerato il capo del clan degli scissionisti di Secondigliano. Per la donna è stata ripristinata la misura cautelare. Era a Mugnano nella sua abitazione quando le hanno notificato la nuova ordinanza di custodia cautelare

Camorra, condannato a 20 anni di carcere Raffaele Amato, boss di Scampia

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Venti anni di carcere per il capo clan narcotrafficante del clan degli Scissionisti di Scampia Raffaele Amato: è la sentenza di rito abbreviato del Gup presso il tribunale di Napoli, una sentenza che giunge ad un anno eatto dall’arresto del boss in Spagna. Amato si nascondeva nelle vicinanze di Malaga: ‘O Lello, come lo chiamano, era accusato di appartenenza al clan Amato – Pagano, di traffico internazionale di droga e di riciclaggio. Al momento dell’arresto gli sono stati sequestrati socetà, conti correnti, terreni, esercizi commerciali in Italia, Spagna e nel Principato di Monaco. Per lui una pena pesante nonostante la riduzione di un terzo della pena per la scelta del rito abbreviato